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Noleggiare un camper
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Noleggiare un camper

Sempre più persone abbracciano l'idea di noleggiare un camper in quanto stanche delle solite vacanze o perché, avendo famiglia numerosa, il costo di un albergo sarebbe improponibile. Molte coppie desiderano abbinare le vacanze o i fine settimana a esperienze legate allo sport (bike, climbing, escursionismo, sport acquatici, alpinismo) e preferiscono trovarsi in prossimità dalla partenza.
Noleggiare un camper può sembrare complicatissimo o magari oneroso, pertanto il nostro consiglio consiste nel confrontarsi con chi può chiarire ogni dubbio e spiegare con semplicità dinamiche e funzionamento di un'operazione che, alla fine, lascerà solo il piacere di fare un'esperienza veramente fantastica!

Se  verrete da Ercole per saperne di più sul noleggio di un camper sarete seguiti da Erika, che si occupa di questo da anni con grande passione. Abbiamo quindi deciso di chiacchierare un po’ con lei in modo da capire meglio come funziona il noleggio e rispondere alle richieste più comuni dei nostri clienti.

Innanzitutto, ha voluto sottolineare come il camper sia un mezzo itinerante, che ci permette di spostarci dove preferiamo, senza dover prenotare camere d’albergo e consentendoci di avere tutto quello che ci serve sempre a portata di mano.

Come funziona il noleggio di un camper?

Quando il cliente si reca in negozio, gli vengono mostrati i camper a disposizio

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Qualità etica e sostenibilità
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Qualità etica e sostenibilità

Intervista a Paolo Dall'Igna

Come al solito, di getto: nome, età, dove sei nato.

Paolo Dall'Igna, 57 anni, Thiene, Vicenza.

Da quanto tempo lavori da Ercole?

Lavoro in Ercole dal 3 dicembre 2007.

Paolo al reparto nautica del negozio.

Come vivi il tuo rapporto con l’aria aperta? Che attività outdoor pratichi?

Il mio rapporto con la natura è di simbiosi. Non potrei assolutamente farne a meno, è una parte essenziale del mio essere. Per me, le camminate in montagna, o in riva al mare, sono momenti di profonda rigenerazione. La mia attività preferita è il tiro con l’arco, che pratico solamente all’aperto, su percorsi concepiti nei boschi o nelle pinete, simulando l’ambiente di caccia; con la differenza che gli animali sono sintetici. E poi la bici, che per me è solo MTB, e quindi fuori strada; non amo il traffico e la confusione, quindi cerco la pace della nat

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Wingamm Oasi 540: il camper compatto in vendita anche in Veneto
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Wingamm Oasi 540: il camper compatto in vendita anche in Veneto

Wingamm, il principale fornitore di camper di lusso in Europa, ha debuttato al Santa Monica Place, venendo riconosciuto come brand di altissimo livello come Nike, Tiffany e Louis Vuitton.
Santa Monica Place, a pochi passi dall’Oceano Pacifico, è un rinomato rendez-vous tra i brand dei camper e ospita negozi e brand importanti del settore.

Il Wingamm Oasi 540 è stato esibito in mostra dal 15 novembre al 15 dicembre.

Si tratta di un ulteriore riconoscimento del valore del marchio, che ha già dimostrato i suoi progetti di espansione nel mercato USA dopo un’onorata carriera in Europa.
Dopo 45 anni di successi e di crescita continua nel vecchio continente, è arrivato il momento per l’azienda di espandersi anche negli Stati Uniti.
Iniziata come azienda familiare nel 1977, nel 1982 si è contraddistinta come primo produttore di camper al mondo con una cellula abitativa con una monoscocca in fibra di vetro.
Wingamm Oasi 540: il camper compatto in vendita anche in Veneto
Wingamm è il solo costruttore di totale produzione italiana di camper e caravan nello Stivale, perciò costituisce una sensibile fonte di orgoglio per la produzione nostrana.

Il Wingamm Oasi 540 sarà il primo di molti camper compatti Wingamm a essere venduto al dettaglio e ad essere esposto in luoghi ad alto traffico pedonale nei centri commerciali di fascia alta. Il WIngamm Oasi 540 sta già diventando molto richiesto. L'Oasi 540 è il primo camper Micro Class - classe di veicoli lunghi meno di 18 piedi che possono ospitare quattro persone e muniti di bagno interno completo - ad essere venduto negli Stati Uniti.

Come ha affermato Lorena Turri, Amministratore Delegato di Win

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Perché la sostenibilità non significa responsabilità?
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Perché la sostenibilità non significa responsabilità?

Probabilmente l’ecosostenibilità della produzione industriale è un tema che ti interessa e che guida i tuoi acquisti. Molte aziende rivolgono la propria comunicazione a rendere noti i propri sforzi per una produzione ecosostenibile, impegno che costituisce un vero e proprio appeal dei prodotti in grado di incentivare le vendite.
Potresti pensare quindi che tutte le società puntino a celebrare le proprie attività come ecosostenibili, ma non è per forza così.

Società come Patagonia e AKU hanno deciso di rimuovere dalla propria comunicazione aziendale riferimenti “sostenibilità”. Non si tratta di evitare di assumersi responsabilità ma dell’esatto contrario.

La produzione industriale non può mai realmente essere a impatto 0 sull’ambiente.

Patagonia ha fatto presente che riduzioni di emissioni non porteranno comunque al decantato impatto 0 se non viene ripensato per intero il processo di produzione, tagliando le emissioni in tutta la filiera. Anche trasporto, packaging, spedizioni contribuiscono infatti al carico di inquinamento.
Un’azienda che si serve di processi industriali non può essere sostenibile nel modo che comunemente si intende. Vendere l’obiettivo dell’ “impatto 0” significa semplificare un discorso molto più complesso e non prendere in considerazione l’inevitabile inquinamento che si produce dall’attività industriale.
Dobbiamo distinguere la “sostenibilità” dalla “responsabilità”. Non si tratta di sfumature linguistiche bensì di concetti effettivamente diversi. Compensare le emissioni non è sufficiente per annullare l’impatto ambientale di produzione e trasporto dei beni. Oltre alla produzione in sé

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Le Spin Infinity e i nuovi modelli Scarpa per il trail running
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Le Spin Infinity e i nuovi modelli Scarpa per il trail running

Con l’arrivo di Marco De Gasperi, nel 2021 Scarpa ha proposto un ampliamento del suo catalogo di scarpe da trail running, allargandone anche il bacino di utenza. I suoi modelli storici, infatti, pur essendo super performanti e di ottima fattura, richiedevano al corridore delle buone caratteristiche biomeccaniche che fanno di queste scarpe dei modelli abbastanza esclusivi e adatti a pochi. Con l’uscita sul mercato dei nuovi modelli Golden Gate, Ribelle Run e Spin Infinity, invece, l’azienda di Montebelluna è riuscita a creare delle scarpe altrettanto performanti ma adatte anche ai corridori meno veloci e che necessitano di più protezione.

Marco De Gasperi

In questo articolo vi parleremo più specificatamente delle nuove Spin Infinity.

Nate originariamente come scarpe da corse brevi e tecniche, le prime Spin hanno dimostrato il loro valore anche nelle gare lunghe e corribili dei sentieri americani, ai piedi di atleti come Joe Grant, che ne hanno ampliato la versatilità. Essendo comunque una scarpa piuttosto secca e minimalista, Scarpa negli anni ha sviluppato i due modelli RS e Ultra, pensati per offrire maggiore protezione al piede, senza perdere p

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Malga Foraoro: i nuovi movimenti, le vecchie amministrazioni
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Malga Foraoro: i nuovi movimenti, le vecchie amministrazioni

Intervista di Filippo Caon a Vitor Pereira

Il passato e il futuro della Prealpe veneta tra carte, concessioni e beni comuni.

Malga Foraoro sta là. Si vede da tutta la provincia, anche dal Basso Vicentino, nelle giornate limpide. È un prato a balcone sulla pianura, a milletrecento metri sul livello del mare. Da diversi anni è gestita da Vitor e Zeudi, portoghese lui e veneta lei. Sono stati la prima malga nella storia dell’Altopiano di Asiago a tenere aperto d’inverno, oltre ad essere un punto di riferimento nel movimento outdoor dell’area. Gare, concerti, eventi. Una bella realtà, visionaria, senza dubbio.

È stato bello, ma sta per finire, almeno qui e con questa forma: il sindaco di Caltrano non rinnoverà a Vitor e Zeudi la concessione per la gestione della malga per il prossimo inverno.

Qui non è solo una malga che riapre, ma un intero mondo – il nostro, se volete – che fallisce sotto l’incedere di amministrazioni sonnecchianti e poco lungimiranti.

Domenica, una delle ultime di apertura, sono salito in malga per fare una chiacchierata con Vitor, davanti a una (buona) birra. Parliamo sull’atrio della malga, in una fredda e limpida giornata di ottobre. Sul fondo si vede il mare, la laguna, poco sotto di noi il corso dell’Astico che porta a Breganze, il Summano e le Piccole poco più a destra. Qui quello che ci siamo detti. Buona lettura.

Vitor: La parte politica di ciò che è successo non mi spaventa. Noi facciamo

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Pietra ollare, perché?
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Pietra ollare, perché?

Oltre ad una vasta scelta di padelle e casseruole che offrono pietanze salutari e a una selezione di accessori dedicati alla cottura al barbecue spesso ci permettiamo di consigliare ai nostri clienti le bistecchiere in pietra ollare che possono essere utilizzate durante la grigliata ma anche sul fornello.

La pietra ollare è un materiale molto resistente al calore e all’inquinamento che vanta una forte capacità di conduzione termica e non si deforma se viene esposta a temperature molto elevate.

Perché scegliere una piastra in pietra ollare?

La pietra ollare permette di cucinare carni, pesci e verdure con semplicità e senza l’aggiunta di condimenti ottenendo così cibi completamente sani e dal gusto inalterato. Richiede una minima manutenzione e non assorbe l'odore degli cibi cucinati.

Immagazzina il calore e lo restituisce lentamente ed in modo uniforme così che gli alimenti risulteranno molto gustosi con la sola aggiunta di poco sale e gli aromi preferiti.
Con questo tipo di cottura rimangono inalterate le caratteristiche organolettiche degli alimenti.
La cottura su bistecchiera in pietra ollare è ideale per chi sceglie una cucina sana o necessita di un'alimentazione dietetica ma non vuole rinunciare al gusto.

Come si utilizza?

Al primo utilizzo lavare con acqua la bistecchiera ed asciugarla poi cospargerla di olio (meglio se di oliva) e lasciarlo assorbire per 24 ore, a questo punto togliere l'eccesso di olio con della carta e se non la si usa subito tenerla avvolta in un panno per ripararla dalla polvere.

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Passione, sviluppo e collaborazione
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Passione, sviluppo e collaborazione

Intervista a Marco Gissi

Ciao Marco. Come al solito, di getto: nome, età, dove sei nato.

Marco Gissi, quarantotto anni, Sandrigo (VI). Credo sia una buona età, oggi a quarantotto anni si ha la mente ancora fresca e un po’ di esperienza in più rispetto a quando si è più giovani.

Da quanto tempo lavori da Ercole?

Ormai lavoro da Ercole da 20 anni. Anche se nel frattempo ci sono tante evoluzioni: ho aperto con ZeroOttomila Sport, un negozio che stava all’interno di Ercole qua a Dueville. Poi abbiamo aperto a Montebelluna e abbiamo contribuito all’apertura di Alpstation di Schio, quindi con Montura, mantenendo di qua il Pro Shop Patagonia, Arc'teryx e Ferrino. Dopo l’esperienza all’Alpstation, avendo sempre mantenuto ottimi rapporti con il negozio e con la famiglia Ercole, sono tornato qua dove lavoro tuttora.

Marco al reparto sportivo

 

Quali attività pratichi in montagna?

Mi piace lo sport in generale, e l’outdoor in particolare:

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Cucinotto da campeggio, la scelta versatile
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Cucinotto da campeggio, la scelta versatile

Parlando dei cucinotti da campeggio vogliamo essere di ispirazione agli amanti delle vacanze all’aria aperta, chi viaggia in camper o con la caravan, chi ha il van, la tenda oppure si organizza direttamente con la sua auto per evadere qualche giorno.

Tutti questi modi di fare vacanza hanno un bisogno in comune, lo spazio!

Il cucinotto da campeggio ha un nome decisamente limitante perché è un oggetto leggero e poco ingombrante da trasportare durante il viaggio che si può rivelare estremamente versatile quando ci si ferma.

Nasce come zona dedicata appunto per la preparazione dei pasti così da non ingombrare inutilmente il camper o la tenda, in questo caso basta completarlo con un mobiletto ed il fornello, magari anche un frigo di supporto a quello già presente nel camper o nella caravan.

 

A seconda della dimensione del cucinotto da campeggio scelto può anche essere un riparo in caso di maltempo o giorn

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Borracce, zaini e bottigliette di Coca Cola
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Borracce, zaini e bottigliette di Coca Cola

Una storia dell’idratazione nell’ultrarunning

Dunque, un po’ di storia.

A metà anni Novanta Marco Olmo si trova nella sua stanza di Robilante (Piemonte) a pensare alla logistica della sua prima corsa nel deserto: la Marathon des Sables. Senza pensarci troppo prende ago e filo e cuce due porta-bottigliette sugli spallacci del suo zaino, forse un Invicta.

Marco Olmo con uno dei suoi zainetti

Da lì a qualche anno un marchio di attrezzatura francese farà di quell’intuizione la propria cifra, aprendo anche una linea di prodotti progettati in collaborazione con Olmo. Nessuno lo vide però mai correre con uno di quegli zaini, restando fedele ai suoi prototipi. «Chi progetta gli zaini non li usa» dichiara sprezzante in un’intervista. Fatto sta che Olmo è stato uno dei primi a utilizzare sistematicamente un sistema di idratazione che oggi viene usato da tutti i brand di attrezzatura da corsa, da scialpinismo e da montagna.

Ma l’ult

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